Capo Rizzuto - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
 Si possono ancora vedere in Isola: Cospicui avanzi del complesso fortificato cinquecentesco, del Castello Feudale (in via S. Marco) eretto in periodo medievale, ampliato nel '1549, dal feudatario, napoletano, Giovanni Antonio Ricca; resti di torri quadrilatere angolari speronate; Reliquie delle muraglie della cortina perimetrale con pivellini; La Porta del borgo medievale, sormontata da una torretta dell'orologio posteriore.
 Duomo, medievale ma ricostruito nel XVI secolo, in cui possiamo notare l'elegante facciata barocca dal ricco portale scolpito, e un'interessante icona cretese della seconda metà del XVI secolo.
 La Chiesa Matrice è un edificio cinque-seicentesco, fondato su sostrato di monastero Normanno del sec. XI. Presenta, all'esterno, un'elegante facciata barocca con portale lapideo riccamente ornato e sormontato da Stemma Vescovile (sec. XVII) e la Torre campanaria secentesca, munita di bifora. L'interno è a pianta basilicale, trinavato, decorato barocco a stucchi del '700, con Abside quadra a crociera costolonata. L'altare è molto ricco, proprio per lo stile barocco settecentesco che rispecchia. Troneggia la pala dipinta ad olio su tavola della Madonna Greca o Nera (protettrice del borgo), di stile bizantineggiante.
 Chiesa di S. Marco fu costruita nel 1549 per ordine del feudatario di Isola, Antonio Giovanni Ricca. Era la cappella gentilizia della famiglia Ricca. Costruita in pietra arenaria in stile povero, ha un artistico portale in pietra tutto decorato con bassorilievi e motivi zoomorfici, sovrastato dallo stemma baronale e con piccolo campanile a bifora sul quale c'è una campana bronzea del 1613. All'interno troviamo un sarcofago monumentale, con i resti del feudatario, istoriato di leoni alati e sulle basi sono riprodotte teste di angeli e vari motivi agresti.
 La Torre di Capo Rizzuto (o Torre Vecchia), in località Capo Rizzuto, è una torre cilindrica, con massiccia cordonatura a conci lapidei, eretta nel sec. XVI, a guardia costiera contro le incursioni barbariche. La torre era custodita da un caporale e da un milite, che avevano il compito di vigilare giorno e notte e segnalare la presenza di navi sospette con particolari segnali: fumo durante il giorno e falò la notte. L'accesso all'interno della torre avveniva mediante un rustico ponte elevatoio in legno.
Seguendo la costa possiamo trovarne altre di torri di avvistamento
 Il Santuario della Madonna Greca, in località Capo Rizzuto, dedicato alla Protettrice di Isola Di Capo Rizzuto. Semplice e maestoso di nuova costruzione, la posa della prima pietra è datata 1991. Esso nasce dall'idea di realizzare ub centro sociale polivalente, che contenga un ampio salone da utilizzare come luogo d'accoglienza di pellegrini, d'incontri per la comunità, come spazio per allestire eventuali mostre, come sala d'ascolto di musica e di visioni multimediali. La superficie del Santuario è di circa 800 mq che si arricchisce di altri 200 mq di balconate.
 Le Castella, presso il Capo omonimo, molto suggestivo il baluardo, la più imponente opera militare di tutto il meridione, eretta da architetti militari nel XV secolo, interamente circondato dal mare. L'imponente fortilizio di età aragonese, con rifacimenti ed addizioni seriori di Andrea Carafa, sec. XVI°. Aperti al pubblico: i Ruderi del complesso, con robusti fortilizii e torri cilindriche dei secc. XV-XVI. Più alta e meglio conservata, una bella torre circolare, con giro di caditoie, dominante l'assiepato gruppo di case che formano il borgo marinaro-turistico.
 Il plurale Le Castella si può spiegare per il fatto che di fronte all'attuale Castello aragonese esistevano isolette fortificate; a testimoniare di ciò è il fondale marino, dove sono presenti dei resti di opere murarie. La costruzione del "maniero cinquecentesco" era da poco ultimata quando il popolo castellese dovette affrontare un lungo assedio da parte del pirata Kheir.ed-Din, soprannominato il Barbarossa. La popolazione, allarmata ed atterrita, cercò rifugio nel Castello resistendo per otto giorni al violento assedio poi capitolò e subì un dannoso saccheggio: le case incendiate, molte persone persero la vita ed altre fatte prigioniere. Tra gli scavi fatti trasportati a Costantinopoli si trovò quel ragazzo di undici anni di nome Giovanni Dionigi Galeno, noto alla storia col nome di Uccialì. Giovanni Dionigi Galeno nacque a Le Castella intorno al 1525. Il corsaro Barbarossa giunto a Costantinopoli vendette a poco prezzo il ragazzo castellese al pirata Giafer, che lo destinò al remo. In più occasioni il giovane Dionigi diede prova di capacità di abile strategia navale tanto da entrare nelle grazie del padrone che lo destinò a posti di fiducia ed, perfino, a concedergli la libertà. Da questo momento cambiò il nome di Giovanni in quello di Kiligi-Alì per i musulmani ed in Uccialì per i cristiani. Le notevoli qualità di valente condottiero navale e le ripetute vittorie conseguite gli permisero di divenire ammiraglio dallo stesso Re di Tripoli, Tunisi ed Algeri. Nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) fu l'antagonista del più famoso ammiraglio della flotta cristiana Andrea Doria. In questa battaglia tanto cruenta per i turchi si salvò solo l'ala della flotta comandata da Uccialì, che portò in salvo cinquanta galere a Costantinopoli, ove fu accolto con sommo onore dal Sultano, alla cui corte trascorse gli ultimi anni della sua vita. La morte lo colse all'età settanta anni. Le sue ossa riposano in un monumentale sarcofago nella Chiesa-Moschea di S. Sofia ad Istanbul.
 Durante le scorrerie turchesche per il borgo di Le Castella seguì una fase di declino sia economico che demografico. Nel 1816, ritornati i Borboni nel regno di Napoli, la cittadina di Le Castella cessava di essere un comune autonomo e diveniva frazione del "Comune dell'Isola". Terminata la seconda guerra mondiale grazie all'opera di risanamento del territorio, alla Riforma Agraria, alle migliorate condizioni di viabilità ed alla presenza dell'energia elettrica il centro di Le Castella è risorto a nuova vita con prospettive di sviluppo agricolo e turistico. La rapida ascesa socio economica, è dovuta non solo agli impianti balneari pubblici e privati, alla costruzione del porticciolo ed al notevole richiamo del Castello Aragonese, ma anche all'intensa operosità e solerzia dei suoi abitanti, che, nel volgere di poco tempo, hanno trasformato un borgo da prevalentemente agricolo in un accogliente e fiorente centro turistico d' interesse nazionale ed internazionale.